Il ruolo dell'attività agricola nell'economia comunale è sempre stato di notevole importanza già fin dal Medioevo. Dagli Statuti del 1372 si può infatti rilevare che il territorio collinare del Comune di Masio era prevalentemente occupato dalle "vinee", bassi e folti filari sorretti da corti paletti di sostegno. In pianura venivano coltivati segale e farro, cereali molto rustici che non richiedevano particolari concimazioni o frequenti rotazioni. Vista la ricchezza di acqua, diffuse erano le coltivazioni di ortaggi, di lino e canapa e addirittura di zafferano. L'attività agricola di oggi rispecchia sostanzialmente la stessa impostazione di allora. E infatti divisa in due macroattività: quella della coltura intesiva di ortaggi, cereali, leguminose e barbabietole da zucchero in pianura e quella della coltura della vite nella parte collinare del territorio comunale.

 

 

 

Come ricordato precedentemente, su parte del territorio collinare viene coltivata la vite, in particolare il cultivar Barbera che produce grazie alla qualità del terreno un ottimo vino D.O.C. Le uve prodotte sul territorio vengono quasi tutte conferite alla Cantina Sociale di Mogliotti che le trasforma le vende e provvede anche, in minima parte, ad invecchiare il vino migliore in botti di rovere.

 

 

 

 
 
Nella fertile pianura alluvionale del Tanaro, ma anche dove il pendio della collina lo permette, vengono coltivati in maniera prevalente grano tenero, mais, barbabietole da zucchero, soja e girasoli. Nonostante richieda molta manodopera ed una particolare cura si sta affermando negli ultimi anni una fiorente attività orticola: peperoncini, peperoni, patate, cipolle, aglio, rape rosse, carote e insalata sono i prodotti più pregiati.
 
 
 
 
 
 
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