Cenni Storici

 

Masio ha origini antiche e un notevole passato specie in età medievale. L'importanza del Comune derivava dalla sua posizione geografica posta ai confini dell'Alto e Basso Monferrato sulla sponda destra del Tanaro. Equidistante da Alessandria e Asti costituiva per il transito sul fiume un ideale punto di affluenza da tutte le valli e da tutti i centri posti sia sulla riva destra che su quella sinistra. Questo costituì la fonte prima di ogni risorsa sia agricola che commerciale. Alcuni documenti storici nei quali viene citato come Massius (899 d.C.,BSSS XXVIII,30,48), Villa Masias (959 d.C., BSSS XXVIII,77,148), Maxius (1081 d.C., BSSS XXVIII, 187,28) sembrano indicare l'origine del toponimo dal latino ma(n)sum che vale "dimora, cascinale". La prima localizzazione di cui si ha notizia risale ad una carta del 1292 conservata in una raccolta della Biblioteca Nazionale di Torino. L'importanza del Comune nelle varie epoche è evidenziata da una ricca serie di avvenimenti di notevole rilevanza storica già negli anni a ridosso dell'anno mille. Eccone un breve cenno:

- nel 907, secondo un'antichissima tradizione locale, attraversa il Tanaro a Masio il corteo di monaci che traslò le reliquie di San Dalmazzo da Borgo San Dalmazzo a Quargnento. Nella parrocchia di S. Maria e S. Dalmazzo è ancora oggi conservata una reliquia del Santo.

- nel 980 venne infeudato dal Vescovo di Asti ai Visconti di Asti;

- nel 1190, i Consoli di Masio, che già era organizzato in Comune, conclusero un accordo con Alessandria e Asti concedendo esenzioni dal pedaggio ed aiuti di guerra ad entrambi; in cambio ottennero esenzioni da qualsiasi pedaggio per gli uomini di Masio che diventarono di diritto cittadini dei due Comuni maggiori;

- nel 1204 venne concordata una tregua tra Milano e Piacenza da una parte e Asti ed il Marchese del Monferrato dall'altra;

- nel 1218 i Lanerio e gli Orando di Quattordio cedettero ad Asti parte della loro giurisdizione su Masio;

- nel 1223 nella chiesa di S. Maria venne firmata la pace tra Alessandria, Asti e Alba, pace presto rotta per quanto riguarda l'applicazione del trattato circa Masio e le terre dell'Acquisana;

- nel 1227 venne diviso tra Alessandria e Asti e fu imposto il divieto di costruzione di fortificazioni sul suo territorio;

- Nel 1229 il comune di Asti acquista il terreno sul quale verrà edificata nell'arco di pochi anni la torre.

- nel 1357 i Guttuari acquistarono la signoria dai Lanerio;

- nel 1372, in occasione dell'approvazione degli Statuti, la signoria apparteneva ai Visconti;

- nel 1428 Masio fu infeudata ai Valperga che ottennero successivamente l'investitura degli Sforza;

- nel 1451 Francesco Sforza concedette Redabue agli Scarampi;

- nel 1605 Filippo III Re di Spagna investì Francesco Valperga;

- nel 1650, venne raso al suolo dai francesi e al termine della guerra dei trent'anni il Governatore di Milano, in nome di Carlo II Re di Spagna, reintegrò nel feudo i Valperga;

- nel 1674 i due ultimi Valperga cedettero metà del feudo ad Annibale Civalieri e metà a Carlo Olivasso.

Nei secoli successivi, con la fine dei feudi, nascono le piccole e medie proprietà terriere delle famiglie nobili (Marchese di Masio, Conti Baiveri). Ha origini masiesi la Famiglia Rattazzi che ha avuto in Urbano il suo massimo esponente. Grazie all'attività politica di quest'ultimo, nella residenza estiva masiese dei Rattazzi, Villa Marina, avvenne uno storico e decisivo incontro con Camillo Benso Conte di Cavour che diede vita al famoso "connubio" che portò Rattazzi e Cavour alla guida dei governi decisivi per l'Unità d'Italia.

Durante la II Guerra Mondiale, l'attività della Resistenza fu notevole e fruttò la presenza di Masio nei 44 Comuni liberi della "Repubblica dell'Alto Monferrato" con capoluogo Nizza Monferrato (ottobre 1944).

Successivamente l'importanza del Comune è andata via via scemando ma la fiera figura della duecentesca torre con gli ultimi residui delle mura che cingevano l'abitato, l'austero profilo del settecentesco palazzo già dei Conti Baiveri Incisa della Rocchetta e gli aspetti dell'antico borgo "a misura d'uomo" sono rimasti intatti e inalterati fino ai giorni nostri.

 

Gli Statuti del 1372

Gli Statuti di Masio approvati nel 1372 "ad honorem Dei omnipotentis et Beate Virginis Marie et tocius celestis curie. Et ad exaltationen sacri romani imperii et sancte romane Ecclesie et ad augmentum Magnifici et excelsi domini nostri domini Galeazi vicecomitis Asti et eius imperialis vicarii generalis et suorum heredum er ad bonum status et conservationem comunis et hominum ville Maxii et omnium amicorum sacri Imperi fideliumque ipsius..." rappresentano l'espressione dell'organizzazione civica raggiunta nel XIV secolo dal Comune di Masio.

L'organizzazione comunale aveva il vertice nel podestà che era insieme vicario, console e rettore. Veniva poi il castellano ed i vari organi collegiali:

- il Consiglio Maggiore composto da un membro di ogni famiglia;

- il Consiglio di Credenza composto da sessanta membri;

- la Magistratura di dieci "sapientes"

Esisteva poi una severa organizzazione di Ufficiali minori ovvero il "nuncius", il notaio, i clavari, gli estimatori, i terminatori, i campari, i massari, i custodi della prigione e infine gli ambasciatori.

Gli Statuti comprendono gruppi di numerosi capitoli riguardanti il diritto pubblico; altri capitoli riguardano il diritto penale, altri il diritto processuale, altri ancora il diritto privato con particolare menzione all'edilizia e alle licenze di esercizio per mugnai, fornai, panettieri, macellai, tavernieri... Un altro interessante capitolo riguarda i "danni dati" con casistiche descritte minuziosamente, arricchite successivamente dai Bandi Campestri del 1548 e 1597, evidenziano la ricchezza e la varietà delle produzioni agricole che comprendevano viti, cereali, canapa, lino, ortaggi, legumi, molte quantità di frutti, zafferano gelsi oltre all'importanza dell'allevamento del bestiame. Nel "capitula super pedagis" è dimostrata l'importanza del porto fluviale il cui accesso è disciplinato da una serie di porte (Porta Inferiore verso Rocchetta Tanaro, Porta Suprema verso Redabue), di vie (Via Reale da Masio verso Asti, Via de Insula verso Felizzano) e di ponti (Pons Reduxius verso Rocchetta Tanaro). E' evidente che nei vari secoli Masio fu punto di confluenza di genti di origini diverse tanto che le stesse professarono di volta in volta di vivere "lege longobardorum" oppure "ex nacione salicha" o ancora "lege romana"...

Nel 2009 gli Statuti sono stati pubblicati a cura del comune di Masio: testo originale e traduzione del prof. Ricciardi. Il volume fa parte della biblioteca della Società di Storia e Arte a Archeologia per le province di Alessandria e Asti

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